Re Mida fu punito da un maleficio che trasformava in oro tutto ciò che portava alla bocca. I greci antichi erano abili osservatori della natura e i loro miti erano spesso frutto di osservazioni reali.
Il dolore orofacciale, così come il mito di Re Mida, ci ricorda come una parte così importante e delicata del nostro corpo possa trasformarsi in un vero e proprio maleficio. Sebbene il dolore abbia una funzione protettiva e vitale per il nostro organismo, quando diventa cronico e invalidante può rappresentare un vero e proprio ostacolo per la qualità della vita. Purtroppo, la comprensione dei meccanismi alla base della trasmissione del dolore e delle varie patologie che lo caratterizzano non ha ricevuto l'attenzione che merita, riflettendosi negativamente sull'efficacia dei trattamenti.
Sindrome della bocca che brucia

Il mistero di un dolore silenzioso

La sindrome della bocca che brucia (BMS) è una sindrome dolorosa caratterizzata da dolore bruciante intraorale e/o disestesia ricorrente e presente ogni giorno per almeno 2 ore e per almeno 3 mesi, in assenza di altre cause note. Può coinvolgere la sola lingua ( forma localizzata) localizzandosi al solo apice linguale o interessando tutta la lingua oppure può essere diffusa in più sedi della mucosa del cavo orale (forma generalizzata).

Il dolore, tipicamente descritto come avere peperoncino in bocca, può essere accompagnato da disgeusia (alterazione del gusto) e/o xerostomia (riduzione della salivazione). Ne soffre circa il 4% della popolazione e tipicamente si tratta di donne dopo la menopausa. La terapia è di natura farmacologica e diversi farmaci possono essere utilizzati.

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Dolore Dentoalveolare Persistente

Dolore Neuropatico non Odontogeno

l dolore neuropatico non odontogeno rappresenta un gruppo di disordini caratterizzati da dolore riferito a carico delle strutture dentoalveolari in assenza di patologia dentale. Nel contesto di questa grande famiglia, il Dolore Dentoalveolare Persistente (DDAP) viene definito come un dolore riferito a carico di un dente o di un sito laddove era presente un dente in assenza di evidenze cliniche e/o radiografiche di patologia dentale e/o disordini rilevanti a carico dei tessuti duri e molli circonstanti. Nel corso dei decenni ci si è riferiti a questo disordine con diversi nomi e tuttora non esiste un consesus in merito alla tassonomia. E’ infatti noto anche come Dolore da Dente Fantasma, Odontalgia Atipica o Neuropatia Trigeminale Dolorosa Post-traumatica. La prevalenza del DDAP è difficile da definire e tuttora non è ben nota, tuttavia si stima che il 3% dei denti devitalizzati evolva verso un DDAP, con prevalenza per il genere femminile.

Il dolore, sebbene possa insorgere spontaneamente, viene generalmente riferito a seguito di interventi traumatici a carico del sistema trigeminale quali devitalizzazioni ed estrazioni. Il dolore viene riferito come intraorale, localizzato in un dente oppure nei tessuti circostanti, percepito come profondo. Il dolore è descritto come localizzato e non diffuso, ha un’intensità moderata sebbene non sono rare esacerbazioni severe. Il dolore è continuo ma raramente sveglia il paziente durante il sonno. Dolore miofasciale, cefalee, ansia e depressione sono frequenti comorbidità. La diagnosi di DDAP è generalmente una diagnosi per esclusione, e similmente non esiste in letteratura un consensus circa il trattamento. Le attuali linee guida suggeriscono di evitare trattamenti invasivi ed irreversibili (ad es. estrazione o ritrattamento d del dente o dei denti contigui), bensì di affidarsi a un approccio farmacologico da seguire sotto attenta valutazione medica.

Nevralgia Trigeniminale

Comprendere, identificare e trattare gli attacchi dolorosi

La Nevralgia del Trigemino (TN) è una patologia caratterizzata da attacchi dolorosi ricorrenti, unilaterali e di breve durata che si ripetono più volte durante il giorno. Sono descritti come “scosse elettriche” di improvvisa comparsa e scomparsa, limitate al territorio di distribuzione di una o più branche del trigemino, spontanee o scatenate da stimuli innocui (carezze, radersi la barba, parlare, mangiare…). Se ne riconoscono 3 forme principali: Essenziale (causata da un confitto neurovascolare tra l’arteria cerebellare media e la radice del nervo trigemino, ovvero il pulsare dell’arteria che entra in contatto con il nervo lo irrita), Idiopatica (le cause non sono note) e Secondaria (causata da patologie intracraniche quali tumori, sclerosi multipla e malformazioni neurovascolari).

Colpisce generalmente le persone adulte dopo i 50 anni, con maggiore predilezione per il sesso femminile. La terapia è generalmente farmacologica all’inizio sebbene nel tempo i farmaci possono diminuire la loro efficacia tale da rendere necessario l’intervento chirurgico.