Che cos’è il Dolore?
“Dolore” è forse una delle parole più usate nella quotidianità da parte di tutti noi. Ci capita di parlarne all’interno della famiglia, con gli amici ma spesso anche con semplici conoscenti nei posti più disparati. Possiamo riferirci a noi stessi, a una situazione che ci tocca da vicino oppure a qualcosa che è successo ad altre persone che ci stanno simpatiche ma anche non troppo. Magari il dolore in questione lo comprendiamo perché lo abbiamo già sperimentato, magari invece proviamo solamente a immaginarlo. Magari parliamo senza sapere di cosa stiamo realmente parlando. Ma che cos’è in realtà il dolore?
L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il Dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale associata a uno stimolo di danno tissutale potenziale o in atto, o descritto in termini di esso”. In questa piccola frase c’è in verità tutto ciò che ci serve sapere; scomponiamo tutti i concetti principali e analizziamoli singolarmente:
– “Esperienza sensoriale ed emozionale”. Il dolore è sia una sensazione sia un’emozione. E’ una sensazione perché è legato alla ricezione e alla trasformazione di uno stimolo che può venire dall’ambiente esterno (ad esempio una puntura, una botta mentre si fa sport, il grande classico del mignolino del piede contro lo spigolo del mobile, ecc…) oppure dall’interno del nostro corpo (ad esempio i crampi); ma è anche un’emozione, basti pensare al dolore che si prova di fronte a un lutto o a una situazione spiacevole, come la sconfitta del Milan nel derby di semifinale di Champions League. Senza entrare nella complessità delle vie neuronali e dei processi cerebrali che danno un significato a tutto ciò che ci accade, basti sapere che esiste una strettissima connessione tra il nostro sistema mnemonico ed emozionale e i sistemi di elaborazione degli stimoli che arrivano fino al nostro encefalo. Questo significa che noi diamo un significato a un dato evento sulla base della nostra esperienza e delle emozioni che suscita in noi o che ci ricorda. Ad esempio quando il dentista avvicina l’ago per fare l’anestesia noi sappiamo già che ci farà un po’ male o, al contrario, riusciamo a digerire più facilmente la sconfitta del Milan perché ci ricordiamo della Champions League del 2003!
– “Associata a uno stimolo di danno tissutale potenziale o in atto”. Riprendiamo l’esempio di poco fa, del dentista che deve fare l’anestesia prima di curare una carie. Se è la prima volta che andiamo dal dentista allora non potremo sapere se ci farà male o meno. Questo almeno in un mondo ideale perché il dentista è una figura mitologica che ha sostituito un po’ i mostri che si nascondono sotto il letto. Fa paura per definizione, per sentito dire e anche se noi non abbiamo mai ricevuto alcuna cura ai denti sappiamo di per certo che sentiremo dolore. Se invece siamo già stati in passato dal dentista conosceremo esattamente in anticipo ciò che proveremo. Che significa? Significa che si è attivato il nostro sistema di memoria ed emozionale, ovvero il Sistema Limbico, e anche senza aver ricevuto uno stimolo fisico noi sentiamo già dolore. Questo è lo stimolo potenziale che poi diventa in atto quando effettivamente ci viene fatta l’anestesia.
– “O descritto in termini di esso”. Talvolta alcune persone provano lo stesso dolore che si sente dopo una ferita, ad esempio, in assenza tuttavia di un taglio. Tutto sembra sano eppure c’è dolore. Ad esempio, dopo una devitalizzazione o estrazione di un dente il paziente continua a sentire male in quella zona ma il dente non c’è più o è “morto”. Questa esperienza dolorosa si chiama Dolore Cronico e, a differenza di quanto si possa pensare, “Cronico” non è necessariamente dovuto al prolungarsi nel tempo del dolore ma può nascere direttamente così. Il dolore non è più il sintomo di una malattia sottostante (ad esempio, il dolore per una carie che è arrivata alla polpa dentale) ma diventa esso stesso dolore. E’ in questi casi che entra in gioco il medico specialista nella terapia del dolore!
P.S.: Se il dente non c’è più e il dolore persiste anche se il dentista dice che non c’è nulla che lo giustifichi allora potrebbe trattarsi di Sindrome del Dente Fantasma! Esattamente la stessa cosa della Sindrome dell’arto fantasma!
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